Quando si può licenziare un dipendente pubblico?
Per rispondere a questa domanda è sufficiente riferirsi all’ultima (ed ennesima) riforma intervenuta sul tema, la Riforma Madia (legge n. 124 del 7 agosto 2015), che ha esteso i casi in cui si può procedere al licenziamento disciplinare del lavoratore statale. Vediamo insieme maggiori dettagli in merito.
1. Il posto fisso
Ancora oggi sono tantissimi i giovani che sognano di entrare all’interno della pubblica amministrazione e accaparrarsi il fatidico posto fisso. Basti guardare quante domande sono state presentate negli ultimi concorsi banditi a livello nazionale (un esempio tra tutti è il recentissimo concorso INPS). A tal proposito, come non ricordare il celebre film “Quo vado” di Checco Zalone ove il protagonista aspirava sin da piccolo a diventare un dipendente statale, o meglio “a fare il posto fisso”.
Da qui l’opinione abbastanza diffusa che il dipendente pubblico goda di una maggiore garanzia e possa dormire sugli allori rispetto al dipendente privato.
La sicurezza di non perdere il posto fisso (salvo casi più che giustificati) evidenzia come la materia del licenziamento del dipendente pubblico sia alquanto controversa e in continua evoluzione.
Negli ultimi anni ci sono stati moltissimi casi di dipendenti nullafacenti, che timbravano il cartellino e poi uscivano per fare la spesa, andare al bar e fare tante altre attività extra lavorative durante l’orario d’ufficio.
Questo fino a poco fa era reso possibile grazie agli scarsi controlli e alla difficoltà di poter effettivamente accertare una grave inadempienza in carico al singolo lavoratore che giustificasse la sanzione più grave del licenziamento.
Oggi, non è più così scontato avere e soprattutto mantenere il posto fisso. I dipendenti statali, infatti, ora devono stare attenti e rigare dritto.
2. Quando si può perdere il posto fisso?
Come detto in precedenza, L’introduzione della Riforma Madia (l. n. 124 del 7 agosto 2015), ha esteso i casi in cui un lavoratore statale può essere licenziato. Vediamo ora quali sono tutte le ipotesi in cui si può licenziare un dipendente pubblico. Tralasciando le ipotesi classiche di licenziamento per giusta causa e per giustificato motivo, la novità più dirompente ha riguardato le ipotesi di licenziamento disciplinare, che sono le seguenti:
- falsa attestazione della presenza in servizio: si ha nel caso in cui il lavoratore giustifichi l’assenza dal luogo di lavoro presentando un certificato medico falso o che attesta falsamente uno stato di malattia;
- assenze ingiustificate per più di tre giorni nell'arco di un biennio o per più di sette giorni nell'arco di dieci anni;
- ingiustificato rifiuto a trasferirsi: si ha nel caso in cui il lavoratore rifiuti un trasferimento disposto dall'amministrazione per motivate esigenze di servizio;
- falsità documentali o dichiarative: si ha nel caso in cui il lavoratore produca falsi documenti e/o rilasci dichiarazioni false in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro oppure ai fini di progressioni di carriera;
- tenere ripetutamente delle gravi condotte aggressive, moleste, minacciose o in ogni caso lesive dell’onore e della dignità personale altrui all'interno dell’ambiente di lavoro;
- avere subito una condanna penale definitiva, con interdizione perpetua dai pubblici uffici o l’estinzione del rapporto di lavoro;
- porre in essere gravi e reiterate violazioni dei codici di comportamento;
- mancato esercizio o decadenza dell’azione disciplinare a causa dell’omissione o del ritardo ingiustificato degli atti del procedimento disciplinare oppure per colpa di valutazioni irragionevoli riguardo l’insussistenza dell’illecito rispetto a condotte palesemente di rilievo disciplinare;
- lo scarso rendimento dovuto alla ripetuta violazione degli obblighi che riguardano la prestazione lavorativa che ha causato la sospensione dal servizio per un arco di tempo superiore ad un anno in un biennio;
- l’insufficiente rendimento dovuto alla ripetuta violazione degli obblighi che riguardano la prestazione lavorativa (siano essi stabiliti da norme legislative o regolamentari, dal contratto collettivo o individuale, da atti e provvedimenti dell’amministrazione di appartenenza) unito alla costante valutazione negativa della performance per ciascun anno nell'arco dell’ultimo triennio.
Le ipotesi di licenziamento disciplinare sono varie e possono generare molte contestazioni, soprattutto nelle ultime ipotesi di scarso e insufficiente rendimento del lavoratore. Pertanto, si consiglia di rivolgersi sempre a persone esperte, come un avvocato del lavoro, in grado di consigliare la strada più opportuna da intraprendere.
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