Le oscillazioni del danno biologico
Non essendoci dubbi sulla risarcibilità del danno patrimoniale, può essere risarcito anche il danno non patrimoniale in seguito a un’aggressione?
Nella sentenza n. 43/2017 del Tribunale di Reggio Emilia, la parte attorea richiede il risarcimento del danno biologico in seguito a un’aggressione subita da un gruppo di ragazzini durante la notte di Halloween.
Cos’è il danno biologico?
Secondo la sentenza n. 11039/2006 della Cassazione: «Il danno biologico consiste nelle ripercussioni negative, di carattere non patrimoniale e diverse dalla mera sofferenza psichica, della lesione psicofisica. In particolare, la liquidazione del danno biologico può essere effettuata dal giudice, con ricorso al metodo equitativo, anche attraverso l'applicazione di criteri predeterminati e standardizzati, quali le cosiddette "tabelle", ancorché non rientrino nelle nozioni di fatto di comune esperienza, né risultano recepite in norme di diritto, come tali appartenenti alla scienza ufficiale del giudice».
Chiarita la definizione, non si può evitare di dire che il danno biologico rientri nella nozione di danno non patrimoniale, insieme al danno esistenziale e al danno morale soggettivo.
Un risarcimento frazionato per ogni singola voce oppure un risarcimento unitario?
La sentenza n. 531/2014 della Cassazione puntualizza che « le espressioni “danno esistenziale” e “danno biologico” non esprimono distinte categorie di danno, tantomeno l’uno può considerarsi una sottocategoria dell’altro, trattandosi, piuttosto di locuzioni meramente descrittive dell’unica categoria di danno, che è quella del danno non patrimoniale, da identificarsi nel danno determinato dalla lesione di interessi inerenti la persona non connotati da rilevanza economica».
Dall’altro canto la sentenza n. 7766/2016 della Cassazione rileva una differenza tra le due tipologie di danno, in quanto il danno esistenziale si pone come eventuale conseguenza del danno biologico.
Chi ha ragione e chi torto?
In questa oscillazione di vedute, in cui viene squarciata la funzione nomofilattica generalmente attribuita alla Cassazione, il giudice del caso di specie ha seguito il primo orientamento, attraverso «una liquidazione congiunta del pregiudizio non patrimoniale».
Nulla gli avrebbe impedito di seguire il secondo.
Leggi il testo intergale – Tribunale di Reggio Emilia, sentenza n. 43/2017